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“Beato il paese che non ha bisogno di supereroi”

“Aba, dove vai con la borsa frigo?”.

“A Sderot, Eitan. Vado ad assistere ad uno spettacolo dal vivo. E’ la città più vicina a Gaza, si vede benissimo da là. Hanno quasi finito di distruggerla, sai?”.

“Ah.

Aba, ma le persone a Gaza li hanno gli ombrelli per le bombe? Mica si è fatto male qualcuno? Me lo ricordo quando sei venuto a scuola e hai detto al direttore di chiamare i genitori di Ariel perché mi aveva fatto sbucciare il ginocchio spingendomi per le scale. Gli hai detto che la violenza sui bambini dovrebbe essere proibita in ogni luogo. Gaza non è un luogo?”.

“No, non lo è”.

Eitan è sveglio e la geografia è la sua materia preferita. Corre perciò veloce a prendere il dizionario e legge fiero al padre : “Luogo: una parte, una zona determinata della superficie terrestre”. Poi impugna l’Atlante e indica Gaza sulla cartina.

“La vedi?”.

“Ok, è un luogo nel senso fisico del termine. Ma è un luogo pieno di terroristi. No, non esistono ombrelli per le bombe, e sì figlio mio, hai otto anni: ormai sei grande, devi sapere la verità: questi bambini sono bambini travestiti da terroristi. Ti ricordi? Ti ho spiegato cosa significa questa parola: sono persone che fanno del male ad Israele, al nostro stato, che uccidono innocenti, che vanno in giro con le armi, che guardano la gente mentre muore e sorridono”.

“Scusa, Aba. Non ho capito. Quindi tu sei un terrorista?”.

“Ma cosa diavolo, dici, figlio mio?”.

“Hai detto che i terroristi guardano la gente mentre muore e sorridono, ma se non esistono gli ombrelli per le bombe, tu stai andando a guardare le persone che muoiono. E sorriderai perché ho sbirciato nella tua borsa frigo: ci sono valanghe di Goldstar e tu quando bevi la birra sei sempre felice. E poi anche noi al Purim ci travestiamo, ma sono solo dei vestiti, poi ce li togliamo. Faranno così anche i bambini palestinesi, dici a chi tira le bombe di lasciarli stare che stasera si tolgono i vestiti e tornano bambini normali come me”.

“Non è possibile, figliolo. Sono travestimenti che indossati anche solo per un attimo ti marcano per la vita. Si impossessano della mente e ci ficcano dentro le armi e l’odio per la nostra gente. I bambini crescono e con loro cresce l’amore per la guerra, il desiderio di eliminare tutti gli ebrei, bisogna ucciderli prima che sia troppo tardi”.

“Aba, ma allora io sarò per sempre anche Spiderman? Vado a riprendere il costume, mamma lo ha messo in cantina così posso venire con te a Sderot e volare su Gaza con gli ombrelli per le bombe, non mi piace che muoiono i bambini, già te l’ho detto. Se non esistono li fabbrico io, tanto hai detto che un travestimento dura per tutta la vita”.

“Metterai piede a Gaza solo dopo che avremo terminato il lavoro. Vedrai, ci saranno hotel e ristoranti sul mare e tu potrai costruire finalmente in maniera tranquilla i castelli di sabbia più alti visti fino ad ora”.

“Ma io sono tranquillo, Aba. Di quale lavoro parli? Delle bombe? Quindi anche tu la mattina quando dici alla mamma che vai in ufficio, ti porti le bombe? Devono essere piccole, come fai altrimenti a non fargliele vedere, le metti in tasca? Me ne mostri una? E poi io non sono agitato quando mi porti al mare, mi rilassa vedere i raggi del sole che si tuffano in acqua, sono sicuro che tutti i bambini amano il mare”.

“Sarai ancora più tranquillo quando il NOSTRO mare sarà libero. E comunque ti sbagli: ai bambini di Gaza non piace il mare, da loro è inquinato!”.

“Ma com’è possibile? Gaza è qui di fronte! Allora mi devi davvero aspettare, Aba! Prendo il costume da Spiderman e insieme agli ombrelli per le bombe fabbrico anche l’aspirapolvere per il mare! Come quello grande di mamma con la luce blu che cammina da solo, solo che lo faccio enorme come il mare, in modo che risucchia tutta la spazzatura, mica solo la polvere!”.

Eitan fugge via veloce verso la cantina, in cerca del suo costume da supereroe.

Beati i paesi che non hanno bisogno di supereroi.

Quando torna, suo padre non c’è più. Il bambino si precipita allora a cercare la borsa frigo: spera con tutto il cuore che Aba abbia cambiato idea. Ma cambiato idea non ha. 

Afferra allora carta e penna e scrive:

“Caro Aba,

sei andato a proteggere i bambini di Gaza, vero?

Sono molto dispiaciuto per quello che mi hai detto, io pensavo che tu fossi buono. Che amassi tutti i bambini, mica solo me. Non si può essere buoni se si pensa solo alle cose proprie, me lo hai detto anche tu quando ho rubato i giocattoli di Sarah l’anno scorso!

Ti avevo chiesto di aspettarmi e tu invece non solo non lo hai fatto, ma ti sei portato anche le birre, quindi secondo me stai andando a Sderot a guardare le case che vengono distrutte. Questo non te lo posso perdonare, Aba. Pensa se c’è qualcuno malato che non può scappare; se c’è qualcuno che fa il turno di pomeriggio a scuola e sta imparando a scrivere la parola pace; se c’è qualcuno che sta chiedendo la carità per comprare un pezzo di pane! Che fai, resti a guardare mentre uccidono anche loro? E se c’è un papà che sta andando in giro con suo figlio come io volevo venire con te?

Ho deciso che cambio Aba, Aba.

Non sei più il mio Aba. Ne vado a cercare uno buono, magari lo trovo a Gaza se non li hanno ancora uccisi tutti. Arriverò prima io di te, ho il costume di Spiderman.

Quando lanciano le bombe però per favore, se starai guardando, non bere la birra anche mentre muoio io.

Non ti voglio bene più”.

Eitan

La Global Sumud Flottilla è stata fermata da Israele e i sogni che abbiamo cullato fino ad ora si spengono insieme a quelli dei nostri supereroi. Ma gli Eitan di mare e di terra sono innumerevoli, non smetteranno mai di coltivare il sogno di un mondo di pace, lontano dalle mani sporche di sangue dei potenti.

“Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,

coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,

i vostri nati torcano il viso da voi.”

Primo Levi

2 risposte su ““Beato il paese che non ha bisogno di supereroi””

Lei ha fatto un’istantanea, una ripresa laterale (a seconda degli aggettivi aggiunti puo’ diventare una critica o un apprezzamento) eppure ha detto molto.
Ma è sul “Non ti voglio bene più” che si resta in silenzio. a pensare. a cosa resta dell’essere umano senza umanità, se il cervello si scollega dal petto e dalla pancia. Spero lo faccia girare nelle scuole.

Ha ragione, era laterale volutamente. Ero in silenzio da troppo tempo a “guardare” attonita, credevo di aver perso le parole. La notizia del belvedere sulle macerie di Gaza a Sderot, che ho sperato con tutto il cuore fosse una bufala, me le ha restituite, ma sono assai lontana da fornire un focus a 360 gradi. Ho fatto leggere il racconto ai miei ragazzi; una sua diffusione più ampia potrebbe essere vietata a breve, se andranno in porto gli apocalittici scenari a-culturali che prevedono Gasparri e compagnia. Grazie mille per le sue parole. “Non ti voglio bene più” dovremmo dirlo a tutti quelli che si comportano da finti messaggeri di pace. Un abbraccio.

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